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Un imperdibile appuntamento nel mistero

tra antiche leggende, la storia colma di tradizioni, la letteratura e i sapori di un piccolo borgo che vanta remote origini.

Troviamo un cenno al termine maske, proprio della lingua del kye’, già nell’editto di Rotari del 643 d.C. (“..stria quod est maska”), mentre in tempi più recenti, nel provenzale masches (streghe) riferendosi a donne che, nell'immaginario popolare, potevano trasformarsi in vari animali, o anche cambiare le loro sembianze di donne in quelle di giovinette. Esse erano non tanto cattive quanto dispettose, così come dispettoso era il Sarvan, un vecchio che si narra fosse in grado di generare improvvisi ed inarrestabili vortici di foglie o fieno. Entrambi, burlescamente, facevano sparire oggetti o trasportavano animali in luoghi assurdi. A Baracco le maske non erano quindi le streghe vere e proprie, quelle insomma che causano danni a luoghi e persone.


A Midsummer Night's Dream

Sogno di una notte di mezza estate

Abbiamo scomodato il grande William Shakespeare, traendo spunto non solo dal suo famoso poema del 1595 “A Midsummer Night's Dream” (Sogno di una notte di mezza estate) ma anche trovando analogie tra le maske e le fairies shakespeariane. Un omaggio al più famoso drammaturgo e poeta inglese e un grazie imperituro ai suoi conterranei che insieme alle forze americane ebbero una parte fondamentale nella lotta di Liberazione dei nostri luoghi durante l'ultima guerra mondiale.

Neville Temple

Una targa in memoria del loro maggiore Neville Temple si trova in località Pino, in prossimità della Tura, dove vennero effettuati i lanci di armamenti e viveri con i paracadute per dare man forte alle forze partigiane.






Vi aspetteranno tante belle escursioni

...da quelle più facili ad altre più impegnative, godendo della vista naturalistica su cime imponenti e su una vegetazione boschiva lussureggiante

Scapite

Inoltre testimonianze di edilizia di un tempo, come le “scapite” ovvero capanne di tronchi di “arbu” (castagno, pianta tipica dei boschi di questa zona), destinate al ricovero delle foglie utilizzate come lettiera per le greggi e le mandrie. Vedrete qualche casa in pietra definita a “tetto racchiuso”, costruzione tipica di tempi lontani della Valli Ellero, Maudagna, Corsaglia e di parte della Valle Tanaro, del bellunese e marginalmente anche delle colline emiliane. All’estero, loro testimonianze si trovano lungo la catena dei Pirenei, nelle Fiandre, nell’Artois, nel nord della Francia e nel Vercors sino a sud di Grenoble.

Potrete raggiungere in poco tempo la bassa Val Maudagna, oltrepassando il colletto di Friosa da cui si gode inoltre la vista del Mun Mo’ (il Monte Moro) e dell’antica Via del Sale, nell’Alta Valle Ellero raggiungendo l’abitato di Rastello, l’antica Subteniano. Da Baracco percorrendo una vecchia e caratteristica mulattiera, potrete arrivare a Prea e da qui salire alla chiesetta dedicata alla Patrona S. Anna. Più su si possono raggiungere il rifugio Margherita e il Colle della Pigna.

Escursioni impegnative sono quelle al rifugio Mettolo Castellino, passando per lo Stallo Colletto chiamato il “Pino”, percorrendo il sentiero che porta a Parìn, oppure per la rotabile che sale alle Marzurere. Arrivati al Pino si prosegue verso la S’l'tta, valico che divide l’Alta Valle Ellero dalla Alta Valle Maudagna; da qui lo sguardo spazia sulle stazioni sciistiche di Prato Nevoso e Artesina. Percorrendo un vecchio sentiero si può raggiungere il rifugio sino alla Tura lungo in quale si trova una grotta chiamata “dei partigiani”, perché fu ricovero per gli stessi nel dicembre del 1944.

da un'idea di Marilena Unia A. e dal suo amore per questa magica Borgata

In questa festa dedicata alle Maske vi troverete immersi in un caleidoscopio linguistico: italiano, inglese e il kye’ si mescoleranno.

Vi stupirete poi della proposta di giochi, suoni, profumi e antichi sapori che ricordano il “menù quotidiano” di molte persone di allora come quello di tete’ Bastian (alias nonno Sebastiano), nato nell’ultimo quarto del 1800!

Vi aspettiamo numerosi!

Un bell’arrivederci !
Goodbye !
S’ vguma, arvècse !